Come Egeo costretto in ariballo

e liburne in irridente àlea, tabe

di viéte contese, trame vissute,

simulacri di indarno agone,

così artieri crocidano in coro,

trissottini dileggiano Erato.

Della skena re-citanti vanesi,

anelano immeritati clamori.

lunedì 10 agosto 2015

Morti bianche

C'è un piatto coperto
ormai freddo, in cucina.
Lei fissa con l'anima vuota
il suo bimbo che gioca.


Muti, al cantiere,
si piange un compagno.


Luigi si torce le mani,
non riesce a guardarla.
Ha gli occhi bagnati
e la bocca riarsa.


Dicono “basta coi morti
al lavoro!”. Nessuno gli crede.


Sul bordo del letto, seduta,
si piega all'immenso dolore.
Poi leggera, dal nulla,
riaffiora alla mente una nenia.

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