Io cristo, figlio dell'uomo,
condannato
alla vita da una folla urlante,
invoco
un padre, imploro il cielo,
che senza risposta già si rabbuia.
E nubi si
addensano a fare scena,
quinte
sfarzose che ornano un palco gremito.
Solo
comparse attònite verranno,
già si radunano, applaudono
stupìte
al mio sacrificio
per poi piangere in coro. Atmosfera.
E
sentirò una voce qui nella testa,
e mi
rassegnerò.
Con altari
eretti di fresco
ci
consoleremo, e saremo
accattoni
di piète bugie,
e ad ogni incrocio
mendicheremo
parole
per
assolverci meglio.
Alla
fine faremo un pacchetto
dei
nostri migliori ricordi
e incroceremo
le dita,
ultimo
gesto di fede.
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